“Allora, so cosa state pensando: “Come diavolo fa un uomo di cinquantadue anni, al tramonto, rappresentante di macchine per frappè, a fondare un impero del fast food con milleseicento ristoranti in cinquanta stati, cinque paesi stranieri e un’entrata annuale che viaggia intorno ai settecento milioni di dollari?
Una parola: perseveranza.
Niente a questo mondo può sostituire la buon vecchia perseveranza, né il talento, cosa c’è di più comune degli uomini di talento che non hanno successo?, né il genio, il genio non riconosciuto è ormai un cliché, l’istruzione nemmeno, visto che il mondo è pieno di cretini istruiti. Soltanto la perseveranza e la determinazione sono onnipotenti.”
Questo monologo è tratto dal film “The founder”, la storia di Mc Donald’s e Ray Kroc. È la storia di un rappresentante di frullatori con poche prospettive che ha creato l’impero mondiale di Mc Donald’s.
L’ho visto per la prima volta qualche giorno fa in aereo mentre andavo a New York per il Contest. Una vacanza fantastica a cui puoi partecipare solo dimostrando impegno e tenacia, caratteristiche fondamentali per ottenere risultati. É proprio di questo che voglio parlarti.
Mentre guardavo il film ho provato una certa affinità con la storia di Ray. Non perché io vada pazza di hamburger e fast food. Anzi, a dir la verità non ci metto piede da un bel pezzo. Ma non ho potuto non ammirare l’atteggiamento con cui è riuscito a creare un impero mondiale partendo da un’intuizione e un panino con hamburger e cetriolini a 15 cent. Se pensi alle persone che ti circondano ogni giorno ti rendi subito conto che è non è normale trovare persone con un carisma simile. Persone che scelgono di non darsi mai per vinti, nemmeno quando tutto sembra essere contro di te. Che pensano che la battaglia non si finita finché non sono loro a vincere. Che fanno di tutto per realizzarsi e non scendono a compromessi con niente e con nessuno. Inciampi invece molto spesso in quelle persone che io definisco “i mollaccioni”.
Chi sono i mollaccioni?
Sono persone che non lottano davvero per ciò che vogliono, che si arrendono dopo qualche tentativo. Quelli ambiziosi a parole, ma che tra la strada dura e piena di ostacoli e quella facile e comoda, preferiscono la seconda. Quelli che si aspettano un giorno di svegliarsi la mattina con la vita perfetta non sapendo che non accadrà mai, perché per avere quello che vuoi devi darci dentro, provando strade diverse alle volte da quella che ti eri immaginato.
In pratica sono quelli che non sanno cosa significhi perseverare.
Nella categoria studenti,i mollaccioni sono quelli che si iscrivono alla facoltà “dei loro sogni”, tentano un esame e quando non lo passano si arrendono e cambiano facoltà. Poi cercano un capro espiatorio a cui dare la colpa. Gli insegnanti sono troppo severi o li prendono di mira, i genitori non li capiscono, gli amici sono stronzi e non li aiutano. Non tengo più il conto delle volte in cui ho parlato con ragazzi come te che si raccontano storie assurde per giustificare i loro insuccessi. Non sono fatto per quella facoltà, il destino ha voluto altro per la mia vita… Tutte stronzate!
Voglio raccontarti un episodio che mi è successo il mese scorso con un mio ex studente. Ero in centro a Padova con Rocky, il mio cane, e mentre ero in fila alla cassa mi saluta un ragazzo che ho conosciuto un paio di anni fa. Mentre aspetto il mio turno facciamo quattro chiacchiere e gli chiedo come sia andato il test di Medicina che doveva passare e come si trovasse in facoltà, dando per scontato che fosse entrato. Lui mi guarda e vedo un’ombra di vergogna nei suoi occhi. Mi racconta che non era riuscito a passare il test, e a fronte di questo fallimento si era fatto un esame di coscienza e aveva capito che studiare medicina non faceva per lui e in realtà voleva fare Scienze Politiche. Sento già profumo di cazzate.
Rimango interdetta perché mi ricordavo che quando mi parlava di voler diventare medico mi aveva convinto a un punto tale da farmi pensare che quella fosse la missione della sua vita, qualcosa per cui avrebbe fatto carte false. Gli chiedo se ha ritentato il test l’anno dopo a la sua risposta conferma i miei sospetti. Mi dice che aveva già perso un anno e non era disposto a perderne altri perché rifacendolo non era sicuro di passarlo e poi Medicina è lunga da portare a termine.
Dentro di me ho pensato: “Cosa? Ma che stai dicendo? Ma ti pare che passi come se niente fosse da Medicina a Scienze Politiche?”
Non ho nulla contro Scienze Politiche, ma concorderai con me che non ci azzecca nulla col voler diventare un dottore. Non è che ha ripiegato sul piano B perché non aveva da passare il test d’ingresso? Questo è solo uno dei tantissimi esempi che potrei farti.
La verità è che questi ragazzi crescono e lavorano con lo stesso approccio davanti alle difficoltà che la vita gli presenta.
Mollano alla prima complicazione. Cambiano continuamente lavoro o scelgono sempre la strada più facile. Non puntano ad eccellere, ma si limitano a tirare avanti. Quel che è peggio è che poi diventano genitori e tramandano questo modo di fare ai loro figli e la storia si ripete. Ancora e ancora.
Alla fine ti ritrovi con un popolo di mollaccioni che si aspetta sempre la pappa pronta, che vuole il reddito di cittadinanza, che pretende che lo Stato gli dia un lavoro e che quando ti vede farti il culo per costruire il futuro come lo vuoi tu ti ridono in faccia, ti etichettano come un visionario o un credulone. Ti prendono in giro per i tuoi sogni. Si impegnano per convincerti che tanto non riuscirai mai a realizzarli. Sono troppo ambiziosi. Se posso darti un consiglio non te la prendere, anzi non perderci neanche del tempo. Persone così non ci arrivano proprio. Non capiscono cosa stai facendo. Ti arrabbieresti con una persona che non ti stringe la mano per salutarti, se non avesse le mani? Ovviamente no! Ecco, con loro è la stessa cosa. Nella loro testa il pensiero che la vita si costruisca ogni giorno, dando il massimo, tentando e ritentando strade diverse ma non abbandonando mai l’obbiettivo finale, non esiste proprio. A Padova ho un’amica che a mio avviso è un grandissimo esempio di perseveranza. Anna Binaghi.
Anna ha sempre avuto il sogno di diventare una veterinaria. Subito dopo la maturità ha fatto il test sia per Veterinaria che per CTF (chimica e tecnologie farmaceutiche) ma supera solo il test a numero chiuso di quest’ultimo.
Quindi inizia il suo percorso all’interno di questa facoltà col pensiero che comunque un anno in questa facoltà la servisse per prepararsi meglio per l’anno dopo. Non aveva il minimo dubbio che avrebbe rifatto il test di Veterinaria a Padova, che ha soli 63 posti.
Nonostante la grande preparazione anche al secondo anno non riesce ad entrare e continua a studiare CTF preparandosi in contemporanea per il terzo anno successivo al test di veterinaria dell’anno dopo.
Al terzo tentativo arriva 69esima, 6 posti fuori dal numero massimo per entrare in graduatoria a Padova ma riesce comunque ad essere ammessa a Bologna. Fa il primo anno a Bologna e alla fine del secondo semestre chiede il trasferimento all’università di Padova perché più vicina al suo ragazzo e ai suoi genitori e amici, oltre al fatto che la facoltà di veterinaria di Padova è una delle più rinomate d’Italia. C’è un unico posto ma per un errore burocratico non gli viene assegnato e quindi si fa anche il secondo anno a Bologna.
Anna è una delle persone più testarde che conosca. Vuole Padova a tutti i costi, quindi ritenta il trasferimento l’anno dopo e questa volta riesce finalmente a farsi trasferire. Questo però comporta un anno ancora più impegnativo in quanto deve integrare degli esami del primo e del secondo anno che non erano in programma a Bologna e nel mentre continuare con le materie del terzo.
In più deve fare tutte le ore che a Padova vengono richieste per i tirocini del primo e del secondo anno che a Bologna, invece, non erano previsti. Oggi Anna è al quinto anno di veterinaria, a Padova, e nonostante tutto quello che le è stato richiesto a livello universitario ha fatto anche di sua spontanea volontà, senza nessun obbligo, sei mesi di stage in uno studio veterinario per imparare il mestiere sul campo e diventare presto uno dei migliori chirurghi veterinari. Quando ha capito che ortopedia veterinaria era il campo in cui voleva specializzarsi, ha cominciato a seguire di sua iniziativa l’ortopedico dell’ospedale veterinario di Padova. Mentre studia per gli esami, scrive la tesi ed e’ anche un tutor per l’università che aiuta gli studenti con la burocrazia visto anche ciò che lei ha imparato con la sua esperienza in questi anni, è tutor per Genio in 21 Giorni.
Ora, riepiloghiamo per punti la storia di Anna:
- Tenta la prima volta per entrare a Veterinaria e fallisce, ma riesce ad entrare a CTF a Padova e usa questo anno per prepararsi meglio per il secondo tentativo.
- Secondo tentativo nell’anno successivo fallito; e lei continua a prepararsi dando esami comunque a
- Terzo Riesce ad entrare a Veterinaria ma a Bologna, non a Padova come lei desiderava e quindi comincia a dare tutti gli esami per avere crediti sufficienti per chiedere il cambio di città.
- Secondo anno di Veterinaria. È la prima della lista per l’unico posto disponibile a Padova ma, per un errore non suo, viene scavalcata da un’altra studentessa.
- Al terzo anno riesce a cambiare e finalmente è ufficialmente una studentessa di Veterinaria a Padova.
Secondo te a quale tentativo si sarebbe fermato un mollaccione? Sono convinta che non sarebbe nemmeno arrivato al punto numero 2. Si sarebbe accontentato e avrebbe fatto per tutta la vita un lavoro che non era quello che aveva sempre sognato. Ma di sicuro avrebbe trovato delle scuse per giustificarlo. Persone come Anna ce ne sono tantissime. Solo che non se ne parla nei telegiornali o al bar. Ma per fortuna a volte qualcuno sceglie di farci un film e quando alla fine leggi “ tratto da una storia vera” pensi “Anche io avrò un film sulla mia storia prima o poi!”.
Ma per farlo devi pensare a come avere una vita interessante, con sorprese e attimi di intensità che fanno vivere emozioni sia a te che a chi ti è vicino.
Momenti che prendi come sfide e combatti usando la perseveranza come arma, assieme all’intelligenza e al cuore che ogni sognatore che si rispetti deve avere al suo fianco. Non ti dirò che è facile. È sicuramente più facile vivere come un mollaccione. Ma prova a pensare di essere al cinema e guardare “la vita secondo il mollaccione”. Dopo massimo mezz’ora usciresti dalla sala!
Cosa deve avere una storia per essere incredibile e ispirare chi ti sta guardando ?
Devi avere un grande obbiettivo da voler raggiungere a tutti i costi e che ti spinga a fare azioni che normalmente non faresti. Devi essere disposto tirare fuori le unghie e i denti per quello a cui ambisci.Circondati di persone che ti possono insegnare qualcosa che non sai e possano essere per te un grande aggancio e sprono per realizzare la tua vision, come la storia di Ray insegna. Sii disposto a fare di tutto, anche a lasciare indietro chi dice di essere dalla tua parte ma non si comporta come tale, chiedendoti di sacrificare i tuoi sogni per apparire più “normale”. Ripetiti ogni giorno ciò che vuoi, datti del tempo per immaginarlo e gustarlo nei minimi dettagli. Godi per ogni passo in avanti! Sii grato ogni giorno per quello che stai creando. Lasciati pervadere tutto il corpo da una sensazione di gratitudine, perché è solo grazie a te che puoi realizzare quello che vuoi. Se farai questo non sarai da solo. Ci saranno altre persone che, guardandoti, decideranno di sposare il tuo sogno perché è affascinante e coinvolgente e sarà per loro il nuovo obbiettivo da raggiungere, la nuova missione da portare a termine. Da solo è difficile fare qualcosa di veramente grande. Ma insieme ad altre persone che come te sono disposte a dare tutto, si creano realtà incredibili. Magari parti con l’idea di un panino a 15 centesimi e reclutando compagni di avventura finisci per essere il fast food più famoso al mondo.
Anna è appena all’inizio della sua storia ma con un atteggiamento del genere farà grandi cose e sentirai nuovamente parlare di lei molto presto.
Ora tocca a te scegliere se far parte della categoria dei mollaccioni, con la garanzia di una vita zero sbatti ma zero ambizioni e piena di frustrazione oppure far parte di quelli che sono disposti a farsi il mazzo ma che poi vengono guardati con invidia e ammirazione per la vita che si sono creati.