La leadership empatica è un approccio che pone l’accento sull’ascolto attivo, la comprensione e la gestione delle emozioni degli altri. Questo tipo di leadership si caratterizza per la sua umanità e la sua capacità di promuovere la cooperazione all’interno di un team, piuttosto che concentrarsi esclusivamente sul raggiungimento degli obiettivi.
La leadership empatica richiede una particolare attenzione nei confronti degli altri e una profonda capacità di mettersi nei loro panni. Si tratta di un approccio compassionevole che mira a creare un clima di fiducia e connessione tra il leader e il team. In questo modo, la leadership empatica può portare a una maggiore motivazione, impegno e produttività del team.
Ma come si può diventare un leader empatico? La risposta sta nell’umiltà. Essere umili significa avere un atteggiamento di apertura nei confronti degli altri, essere pronti a imparare e a mettersi in discussione. Un leader umile è in grado di riconoscere i propri limiti e di accettare il contributo degli altri.
L’umiltà è una virtù essenziale per la leadership empatica perché permette di creare un ambiente di lavoro più positivo, favorire la cooperazione e il benessere del team, e raggiungere insieme gli obiettivi comuni.
Quando si parla di leadership le cose da dire sono moltissime. In questo articolo però ti voglio parlare di TRE CARATTERISTICHE fondamentali della leadership che devi necessariamente avere se vuoi essere un leader impattante e fuori dal comune.
Leadership e leadership empatica: qual è la differenza?
La differenza tra leadership autoritaria e leadership empatica sta nel modo in cui il leader si rapporta al suo team.
In passato si riteneva che leadership significasse solamente “guidare con fermezza e autorità”.
E’ la teoria del grande uomo, che risale al XIX secolo, secondo cui i grandi leader sono dotati di determinate qualità innate, come l’intelligenza, la carisma e la determinazione, che li rendono in grado di guidare gli altri con successo. Questo tipo di leadership si basa sull’idea che il leader conosce meglio dei suoi collaboratori quali sono le scelte migliori da fare.
Secondo la leadership autoritaria il leader deve prendere le decisioni in maniera autonoma, senza coinvolgere eccessivamente i membri del suo team. In questo modo, si presume che il leader sia in grado di ottenere risultati più rapidi ed efficienti, grazie alla sua autorità e competenza.
Ma negli ultimi decenni molti studi hanno dimostrato che questo modello di leadership può portare a problemi di comunicazione, mancanza di coinvolgimento del team e scarsa motivazione dei collaboratori.
Si sono così cominciati a studiare altri tipi di leadership, tra cui la leadership empatica che, invece, si basa sulla capacità del leader di comprendere le esigenze e le emozioni dei suoi collaboratori e di mettere in atto le giuste strategie per motivarli e farli lavorare al meglio.
Questo tipo di leadership si basa sulla fiducia reciproca, sulla condivisione dei problemi e delle soluzioni e sulla collaborazione per raggiungere gli obiettivi. La leadership empatica richiede una forte capacità di ascolto, empatia e comunicazione, oltre a una predisposizione al dialogo e alla condivisione delle decisioni.
In conclusione, la leadership empatica rappresenta oggi la strategia migliore di leadership, poiché permette di creare un ambiente di lavoro positivo, in cui il team si sente valorizzato e motivato. Questo approccio alla guida promuove la collaborazione, la creatività e la produttività del team, portando a risultati più duraturi e di maggior successo.
Il requisito di base della leadership empatica
Intento ti faccio questa domanda: “Chi è per te un leader?” Quelli che vedi sulle copertine delle grandi testate giornalistiche come Time e Forbes? Che hanno conti a 7 zeri, schiere di donne e uomini ai loro piedi, abiti griffati, macchine potenti e che frequentano i migliori ristoranti?
Beh, sicuramente potrebbero avere tutte queste cose, ma solo come conseguenza della loro ESSENZA.
Un vero leader, che sia uomo o donna, è una persona che sa cosa vuole e perché. Guida prima di tutto se stesso verso ciò che vuole. Sa creare buone relazioni intorno a sé. Si mette in gioco costantemente, chiedendosi di tirare fuori il meglio.
Un leader si caratterizza per l’impegno continuo e costante nella gestione dei propri stati emotivi. Non è una banderuola al vento.
Ma più ancora, la prima caratteristica per essere un grande leader, di quelli che rimangono impressi, nella mente e nel cuore, come un’impronta sul cemento, è l’UMILTÀ.
Attenzione: UMILTA’, non MODESTIA (o peggio ancora, falsa modestia!).
Per molti, umiltà e modestia sono sinonimi ma non è affatto così.
Essere modesti ti porta a pensare cose tipo: “lui è più bravo”, “Io non sarò mai al suo livello”. In questo film ogni volta che si riceve un complimento per un bel risultato si cerca di sminuire con frasi tipo: “Beh, niente di che”, “Potevano farlo tutti”, “È stato un colpo di fortuna”, ecc.
Ed ecco qui il tranello.
Pensando che umiltà e modestia siano la stessa cosa vivi negativamente il confronto con gli altri e sminuisci i tuoi risultati e te stesso.
Umiltà invece è tutt’altra cosa.
Essere umili non significa andare in giro a sbandierare ai quattro venti i propri risultati, con atteggiamenti arroganti e di superiorità.
Significa, invece, saper mantenere un basso profilo anche quando i risultati che si sono ottenuti nella vita sono grandi risultati. Significa non sentirsi mai migliore di un altro. Una persona umile si ricorda che è fatta della stessa materia degli altri che hanno ottenuto risultati diversi. Sa che non c’è motivo per mettersi su un piedistallo anche se ne avrebbe tutti i diritti. Questo atteggiamento ha grandi vantaggi. Il primo è che ti permette di imparare da chiunque.
Essere umili è una forma di intelligenza. È una forma di sensibilità. Ci sono imprenditori di grande calibro, persone con tanti risultati sulle spalle, sapersi mettere spalla a spalla con chi ha ottenuto meno risultati di loro, con l’intento di voler imparare ancora.
Sanno che ogni persona è un libro che è fonte di esperienza e di saggezza. Guardare altri con più risultati e benedire per la fortuna di avere davanti degli stimoli per crescere ancora.
L’umiltà ti spinge a voler imparare continuamente.
Un grande leader sa essere umile. Non sminuisce mai i propri risultati. È consapevole di cosa l’ha portato ad ottenerli. È sicuro di sé e ama chi gli fa vedere che può fare di più. Sa che la fortuna non centra, ma è tutto frutto del suo lavoro e del suo impegno. Di fronte ad un complimento, ringrazia, ma ti sprona a fare anche tu la stessa cosa.
Questa è la prima qualità che rende un leader tale: fa le cose per Amore e non per Importanza.
E fare le cose per Amore è il primo dei requisiti di una leadership empatica.
Quando le cose si fanno per amore, non conta più essere il più bello, il più bravo. Non ti metti tu al centro dell’attenzione. Non conta essere ringraziato. Ti chiedi solo se stai svolgendo al meglio il tuo ruolo. Nell’eccellenza. Sei interessato a fare il meglio che puoi dando tutto ciò che hai per essere al servizio di qualcuno o qualcosa. Non per essere servito da qualcuno, o servirti di qualcosa.
Essere al servizio di se stessi e delle persone che incontri è un gesto di amore. I grandi leader sono persone al servizio. Questo fa si che molti li seguano.
Tratta il tuo prossimo come te stesso.
Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te.
È un principio molto semplice. All’apparenza scontato. Forse però tra i più impegnativi da applicare. Per farlo basterebbe porsi queste domande:
Ti piace essere giudicato? Se la risposta è no, allora non giudicare.
Ti piace essere preso in giro? No? Allora sii sincero e onesto!
Ti piace essere trattato con gentilezza? Fallo tu per primo!
Ti piace essere considerato da chi ami? Inizia a considerare di più tu le persone che hai vicino.
Tutti sappiamo cosa ci piacerebbe avere ed evitare, purtroppo forse ci dimentichiamo che non siamo né più né meno di altri, che quindi meritiamo noi come altri lo stesso rispetto. Un leader
ha a cuore le persone che lo circondano.
Pensa prima di agire. Valuta le conseguenze delle proprie parole e delle proprie azioni, in una sorta di calcolo matematico della responsabilità. A volte sbaglia, è vero.
Ma difficilmente l’errore si ripete.
Questo è un leader empatico.